martedì 11 febbraio 2020

correzione testo tipologia B

Testo tratto da: Giuseppe Lupo, Rivincita dei libri sul terreno perso e sul tempo - La giornata mondiale – Il Sole 24 ore, mercoledì 24 aprile 2019.

«Se qualcuno chiedeva ad Adriano Olivetti come mai si fosse circondato di così tanti intellettuali, avrebbe ricevuto questa curiosa risposta: «Se devo risolvere un problema tecnico, convoco un esperto. Se devo conoscere il mondo come sarà nei prossimi decenni, chiedo ai poeti e agli scrittori.» Per quanto possa risultare bizzarra, la verità che l’ingegnere Adriano dispensava ha tutta l’aria di essere lo slogan migliore con cui ricordare che ieri, 23 aprile, è stata la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore: una ricorrenza nata 53 anni fa sotto l’egida dell’Unesco, per sottolineare quanto siano indispensabili quegli oggetti che accumuliamo nelle biblioteche come grano per i magazzini. Certo bisogna intendersi sulla natura delle parole. Negli ultimi anni siamo stati testimoni della terza metamorfosi del libro: dalla forma concepita da Johannes Gutenberg cinquecento anni fa alla tavoletta di plastica che ha aperto un’altra dimensione, complementare alla carta.
Gli ultimi dati del mercato dicono che in Italia il digitale non ha superato la soglia del 10% e che il tanto temuto attacco all’editoria tradizionale non solo non è avvenuto, ma il cartaceo sta recuperando quel poco terreno perduto. […] il settore degli audiolibri è in espansione […] si tratta comunque di una fruizione che va ad aggiungersi (non a sostituirsi) alle altre. Le metamorfosi tuttavia non modificano nella sostanza il motivo per il quale scriviamo o leggiamo, che è soprattutto uno: immagazzinare emozioni, ricordi, immagini, conservarli in un luogo sicuro, sia esso la carta o gli elaboratori elettronici, salvarli, come indica il tasto-funzione del linguaggio informatico.
Scrivere è un’operazione che salva, cioè memorizza. Leggere è come rinnovare il memoriale di un’esperienza che ha i contorni di un atto religioso, una sua sacralità. Diamo per scontato infatti l’idea che ogni uomo non appartenga a niente se non al tempo in cui gli è dato vivere, cioè ai decenni in cui consuma la sua individualità e il suo essere dentro una determinata epoca. Diamo anche per scontato che la vita di ogni uomo sia un rapportarsi con il periodo che il destino gli ha assegnato o un combattere contro di esso: l’historia si può veramente definire una guerra illustra contro il Tempo…
[…] la vita di ognuno di noi è un romanzo di cui non conosciamo la fine, eppure si attiene ad una trama ordita nel momento in cui qualcuno ci ha immaginati, ci ha desiderati, dunque ha anticipato la nostra presenza nel mondo.
Un po’ come ragionava Olivetti quando chiedeva ai libri come sarebbe stato il futuro che egli, da imprenditore, aveva necessità di conoscere in anteprima. Da qualche parte c’è già questo futuro, in qualcuno dei volumi che magari non sono stati ancora scritti ma forse stanno per essere progettati, esiste già il mondo come sarà domani. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare e cercare dentro la sterminata produzione editoriale, mettersi sulle tracce con pazienza, sicuri che questo mondo prossimo a manifestarsi nelle librerie avrà i caratteri di una tradizione e di una invenzione, cioè sarà l’alfa e l’omega del tempo che non si potrà certo nullificare, che noi stessi non sconfiggeremo, ma a cui opporremo il bisogno di historiae come viatico del nostro illuderci circa l’eternità in nome di quella regola che ripetiamo inconsapevolmente quando ci rivolgiamo a Dio, il più grande raccoglitore di storie secondo il Talmud : scrivi i nostri nomi nel libro della vita.»

Comprensione e analisi
1. Sintetizza il contenuto del testo, individuando i principali snodi argomentativi.
2. Nel testo si sottolinea l’importanza della scrittura e della lettura. Commenta tale passaggio.
3. Cosa intende l’autore con l’espressione “metamorfosi” del libro? (riga 8)
4. A cosa fa riferimento l’autore con il concetto di historia? Come lo mette in rapporto con la produzione letteraria?

Produzione 
Elabora un testo in cui esprimi le tue opinioni in ordine al bisogno dell’uomo di raccontare la sua storia e di leggere le testimonianze altrui. Esprimi pure le tue personali riflessioni sul fatto che storicamente la scrittura abbia rappresentato la memoria e la ricerca incessante di un senso dell’eternità da parte dell’uomo contrapposta alla fugacità dell’esistente.

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1. Lettura e comprensione del testo:
a) immedesimarsi, leggere, annotare i passaggi significativi
b) sintetizzare il significato del testo con un'affermazione, come se ci si chiedesse: "Insomma, cosa dice l'autore"? I libri sono indispensabili, aldilà della forma che essi hanno. (più estesamente "I libri sono indispensabili, aldilà della forma che essi hanno, perché con lo scrivere e il leggere salviamo la nostra memoria, la conserviamo e la ridestiamo esprimendo così il nostro desiderio di sfuggire alla finitezza del tempo")
c) individua gli snodi argomentativi e i connettivi che li sottolineano. Come l'autore sostiene questa affermazione? Perché i libri sono indispensabili?
2. Comprensione e analisi
d) leggere attentamente le domande
e) quando necessario o possibile, avviare la risposta partendo dalla parte del testo coinvolta (es. domande su "metamorfosi" e su "historia")

«Se qualcuno chiedeva ad Adriano Olivetti come mai si fosse circondato di così tanti intellettuali, avrebbe ricevuto questa curiosa risposta: «Se devo risolvere un problema tecnico, convoco un esperto. Se devo conoscere il mondo come sarà nei prossimi decenni, chiedo ai poeti e agli scrittori.» Per quanto possa risultare bizzarra, la verità che l’ingegnere Adriano dispensava ha tutta l’aria di essere lo slogan migliore con cui ricordare che ieri, 23 aprile, è stata la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore: una ricorrenza nata 53 anni fa sotto l’egida dell’Unesco, per sottolineare quanto siano indispensabili quegli oggetti che accumuliamo nelle biblioteche come grano per i magazzini. Certo bisogna intendersi sulla natura delle parole. Negli ultimi anni siamo stati testimoni della terza metamorfosi del libro: dalla forma concepita da Johannes Gutenberg cinquecento anni fa alla tavoletta di plastica che ha aperto un’altra dimensione, complementare alla carta.
Gli ultimi dati del mercato dicono che in Italia il digitale non ha superato la soglia del 10% e che il tanto temuto attacco all’editoria tradizionale non solo non è avvenuto, ma il cartaceo sta recuperando quel poco terreno perduto. […] il settore degli audiolibri è in espansione […] si tratta comunque di una fruizione che va ad aggiungersi (non a sostituirsi) alle altre. Le metamorfosi tuttavia non modificano nella sostanza il motivo per il quale scriviamo o leggiamo, che è soprattutto uno: immagazzinare emozioni, ricordi, immagini, conservarli in un luogo sicuro, sia esso la carta o gli elaboratori elettronici, salvarli, come indica il tasto-funzione del linguaggio informatico.
Scrivere è un’operazione che salva, cioè memorizza. Leggere è come rinnovare il memoriale di un’esperienza che ha i contorni di un atto religioso, una sua sacralità. Diamo per scontato infatti l’idea che ogni uomo non appartenga a niente se non al tempo in cui gli è dato vivere, cioè ai decenni in cui consuma la sua individualità e il suo essere dentro una determinata epoca. Diamo anche per scontato che la vita di ogni uomo sia un rapportarsi con il periodo che il destino gli ha assegnato o un combattere contro di esso: l’historia si può veramente definire una guerra illustra contro il Tempo…
[…] la vita di ognuno di noi è un romanzo di cui non conosciamo la fine, eppure si attiene ad una trama ordita nel momento in cui qualcuno ci ha immaginati, ci ha desiderati, dunque ha anticipato la nostra presenza nel mondo.
Un po’ come ragionava Olivetti quando chiedeva ai libri come sarebbe stato il futuro che egli, da imprenditore, aveva necessità di conoscere in anteprima. Da qualche parte c’è già questo futuro, in qualcuno dei volumi che magari non sono stati ancora scritti ma forse stanno per essere progettati, esiste già il mondo come sarà domani. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare e cercare dentro la sterminata produzione editoriale, mettersi sulle tracce con pazienza, sicuri che questo mondo prossimo a manifestarsi nelle librerie avrà i caratteri di una tradizione e di una invenzione, cioè sarà l’alfa e l’omega del tempo che non si potrà certo nullificare, che noi stessi non sconfiggeremo, ma a cui opporremo il bisogno di historiae come viatico del nostro illuderci circa l’eternità in nome di quella regola che ripetiamo inconsapevolmente quando ci rivolgiamo a Dio, il più grande raccoglitore di storie secondo il Talmud : scrivi i nostri nomi nel libro della vita

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2. Produzione
a) Leggi attentamente la richiesta. Considera che a volte la richiesta fornisce una chiave interpretativa per comprendere meglio il testo.
b) Trasforma la richiesta in semplici domande dirette a cui fornisci risposte sintetiche:
Elabora un testo in cui esprimi le tue opinioni in ordine al bisogno dell’uomo di raccontare la sua storia e di leggere le testimonianze altrui. Esprimi pure le tue personali riflessioni sul fatto che storicamente la scrittura abbia rappresentato la memoria e la ricerca incessante di un senso dell’eternità da parte dell’uomo contrapposta alla fugacità dell’esistente.
- perché l'uomo/io ha/ho bisogno di raccontare la sua/mia storia?
- perché l'uomo ha bisogno di leggere le testimonianze/vite degli altri?
- è vero che storicamente la scrittura ha rappresentato la memoria? quali esempi ho?
- in che modo l'uomo cerca o trova l'eternità nella scrittura? quali esempi ho?
- quali riflessioni e domande mi suscitano le considerazioni lette nel testo e scritte da me?

- ha bisogno di raccontare la sua vita per poter capire meglio quello che vive esplicitandolo, potendolo osservare.
- ha bisogno di raccontare per fissare l'esperienza, non perderla, ricordarla.
- ha bisogno di leggere per paragonarsi con l'esperienza degli altri: cosa li muove, che giudizi hanno
- ha bisogno per conoscere una persona che l'ha interessato, che ammira.
- sì, nel corso del tempo l'uomo ha manifestato questo bisogno
- l'uomo ottiene il prolungarsi del ricordo di lui grazie a ciò che ha scritto, a volte aldilà della sua intenzione, a volte intenzionalmente. Ne ha parlato Petrarca, Foscolo...

c) imposta una struttura argomentativa/espositiva, comprensiva di un punto di partenza e di una conclusione.
d) sviluppa il testo: puoi partire dall'espandere ogni frase-risposta già scritta
e) rileggi e controlla di aver espresso con chiarezza le idee, di aver sottolineato i passaggi.

Errori frequenti:
- ridotta esplicitazione del pensiero
- mancanza di coesione: non segnali come passi da una affermazione alla successiva
- modifica della forma all'interno della stessa frase (inizi la frase in modo impersonale "si ritiene che..." e poi prosegui in modo personale "per questo decido/decidiamo")
- uso di lessico poco specifico: fare, passare, cosa
- uso di espressioni colloquiali
- (in un testo argomentativo) ricorso alle metafore e alle parole tra virgolette
- uso del "tu" genericizzante (quando ti succede di perdere la fiducia in te stesso...)


correzione testo tipologia B

Testo tratto da: Giuseppe Lupo , Rivincita dei libri sul terreno perso e sul tempo - La giornata mondiale – Il Sole 24 ore, mercoledì 24 ap...